I ghiacciai, nel loro andamento lento, scoprono e coprono la terra, seguendo il loro tempo e il loro spazio, così lontano da quello che consideriamo nostro.
La scoperta riporta la vita, la terra ritrova la luce e torna fertile, bosco e sottobosco tornano a profumare di cielo, bacche e funghi.
Il ritiro del freddo è una coperta che si sfila e lascia il corpo nuovamente vulnerabile al sole.
Quando il ghiaccio ritorna, torna il buio, che è sonno, torna la coperta di aghi di pino e cristalli di neve che ci protegge dal nuovo freddo.
Torna infine il profumo di pane, del nostro cibo sacro, pro- tetto da piccole case di roccia e bosco.
Questa danza dei ghiacciai è ben evocata da Stefano Cerio, Massimo Sacchetti e Michel Vecchi, tre artisti contempora- nei il cui lavoro profuma di neve, ghiaccio, bosco e pane.
Nella favolosa cornice delle baite settecentesche della Val- le Ferret, anche quest’anno l’Associazione culturale Monte Bianco Montagna Sacra presenta, dunque, opere d’arte che in diverso modo suscitano stupore, richiamando il visitatore a una nuova consapevolezza di fronte alla bellezza della Natura.
La selezione delle opere è stata curata da Glorianda Cipolla che dal 2014, con Monte Bianco Montagna Sacra, prosegue il dialogo spirituale ed emozionale tra l’arte contemporanea e l’ambiente ascetico della montagna.
Brenva
Stefano Cerio, visual artist, realizza un’installazione artistica posizionan- do un muro gonfiabile sul fronte della memoria di ghiacciai in sciogli- mento. Il muro rappresenta lo sforzo di segnare il terreno, di lasciare una testimonianza attuale del confine perduto dei ghiacciai. La struttura mobile viene gonfiata in progressione tramite un accumulatore a pan- nelli solari che lentamente dà forma all’opera.
Ouverture
Massimo Sacchetti offre un modo onirico e inaspettato di indossare la natura. Un cappotto formato da migliaia di aghi di pino è la metafora che permette di vestire l’autunno e di trovare riparo dal gelo. Con pani di ceramica bianchi e d’oro l’artista rappresenta infine la sacralità del cibo quotidiano. L’oro visualizza la preziosità di questo alimento, evoca gesti regali e offerte spirituali, mentre il bianco simboleggia il desiderio del pane di sopravvivere alla neve e al suo freddo. È il desiderio di conserva- re un cuore soffice, che si dona come tiepido nutrimento di vita.
The Mushroom Forest
Michel Vecchi fa nascere tra gli splendidi larici della Val Ferret colorati funghi di sorpresa, magia e curiosità. Non c’è bosco senza profumo di funghi, non c’è bosco che non trasmetta il senso di crescita e prote- zione. I funghi di Michel si riposano all’ombra del bosco come antichi pellegrini che giungevano in Valle da monti e paesi. Gli alberi e i funghi vivono da sempre in simbiosi, come fratelli e compagni di vita si nutrono e si prendono cura vicendevolmente. Ogni pianta ha una storia e un’ani- ma impressa nel legno. Ogni fungo ha un potere speciale, nel gambo e sotto, alla base, gira una spirale di rame e alluminio che trasmette questo potere alle persone e ai luoghi in cui viene posizionato.