IL CANTO DELLA TERRA
Antologica di Richard Long
a cura di Paolo Repetto
Les Maisons de Judith, Pra Sec – Val Ferret – Courmayeur – Valle d’Aosta
29 luglio – 26 agosto 2018 Orari: 11 -16,30 tutti i giorni
Per il quinto anno consecutivo l’associazione culturale Art Mont Blanc – fondata da Glorianda Cipolla nel 2010 – propone, in collaborazione con il FAI – Fondo Ambiente Italiano, il più importante evento artistico dell’estate a Courmayeur.
Nelle due baite lungo la Dora della Valle Ferret, già esistenti come fienili nel 1740 e trasformate in un rifugio romantico da Judith Glarey, prosegue il dialogo tra la dimensione spirituale dell’arte contemporanea e l’ambiente ascetico del Monte Bianco.
L’esposizione IL CANTO DELLA TERRA – LE CHANT DE LA TERRE è di alto profilo culturale perché presenta – per la prima volta in Valle d’Aosta – una decina di opere di Richard Long: fotografie, fanghi su carta e impronte di dita su legno.
Tra i grandi protagonisti della cosiddetta Land Art – un’ampia etichetta storiografica che accoglie in sé molti e diversi artisti – Richard Long (Bristol, 1945) ha compiuto una “rivoluzione” artistica molto bella e molto grande, non inferiore a quella operata – più di cento anni fa – dai famosi pittori impressionisti. Questa mostra raccoglie circa dieci opere: da una importante e storica fotografia, pezzo unico del 1973, The stones sink slowly with the meeting ice of summer, a four day walk in Norway, a otto “disegni” di fango (concepita come opera unica) del fiume Avon su carta, 2009, e alcuni legni decorati con impronte di dita, tutti degli anni 2000. Rinunciando ai mezzi di rappresentazione tradizionali; allontanandosi dalle ombre dei luoghi chiusi; trascorrendo dalle esatte geometrie della mente alle felici fantasie dell’immaginazione; avvicinandosi sempre di più alla realtà concreta della natura – scavalcando tutte le mediazioni; immergendosi nell’en plein air, intrecciando i propri sensi al contatto diretto con la terra, l’acqua, la luce, l’aria, e le infinite forme del vento, Richard Long, con le sue lunghe e impegnative camminate – nei luoghi più diversi del mondo – componendo cerchi di pietra, raccogliendo antichi legni, giocando con il fango, scattando fotografie, ha dato vita ad una nuova arte, dove l’essere nel paesaggio, il contatto diretto con la terra, dimostra di essere più importante di qualsiasi idea del fare tradizionale.
Da sempre la natura è stata amata e registrata dagli artisti, “dalle grotte dipinte della preistoria alla fotografia di paesaggio del ventesimo secolo” (Long). Ma oltre gli stanchi e consunti mezzi tradizionali, oltre la matita, il pennello ed i colori, perché non cominciare a lavorare direttamente all’aperto, usando i materiali stessi della natura, come le pietre e l’acqua, l’erba e il fango, i legni e le rocce? La riscoperta di un incontro diretto con il mondo; il fascino di una lunga camminata nel cuore del paesaggio; la realtà e la visione del contatto diretto, concreto, non mediato, con le primordiali presenza della terra. Il toccare le pietre, il sentire l’erba; l’elastico peso delle gambe che si misura e si compatta sul sentiero, sopra la terra. Un bionda marmotta fruscia tra il velluto del muschio, una mano accarezza il bronzo vegetale di una corteccia: i suoi indecifrabili geroglifici. Dopo una impegnativa camminata, che può durare anche molti giorni, avere la fortuna di vivere in alcuni tramonti che “sfilano grandiosi come mirabolanti navi slanciate” (Borges) L’allestimento di una piccola capanna, il gesto arcaico dell’accendere un fuoco; la preparazione del tè. Poi, di primo mattino, riemergere alla vita tra “gli architravi dell’alba”. In una lontana regione dello spazio e del tempo – insieme intima e remota, accogliente e lunare – in Scozia o nel Sud America, in Alaska o nel Tibet, in Africa o in Scandinavia, con lo zaino in spalla, attraverso il ritmo di un passo regolare e sostenuto. La gioia di poter riflettere alla grandiosa libertà del come e dove l’arte può essere fatta e concepita. Camminare attraverso enormi distanze, intrecciando il cielo e l’immaginazione. Camminare pensando di annullare completamente il proprio io creativo, alfine di poter essere interamente invasi dalla magia delle montagne, dall’infinita linea dell’orizzonte delle pianure, dal suono dei ruscelli, dallo specchio delle cascate, dal silenzio dell’erba e delle pietre. Camminare come un antico saggio taoista, che mentre intravede in ogni gesto del fare e del costruire i molteplici limiti della storia e del progresso, si abbandona alla ricchezza dell’inutilità: alla visione del Vuoto, alla sconfinata ricchezza della Rinuncia. Camminare sognando di una magnifica scultura fatta direttamente con le nuvole, con gli alberi, con le pietre, modellata dal vento, plasmata dalla luce.
Scheda della mostra
Titolo: IL CANTO DELLA TERRA
Sede Les Maisons de Judith | Pra Sec, Val Ferret, Courmayeur – Aosta.
Date 28 luglio – 26 agosto 2018
Orari Tutti i giorni dalle ore 11.30 alle 16.30
Ingresso Libero
Info: Associazione Art Mont Blanc, t.+39 335 5994391
aosta@delegazionefai@fondoambiente.it
La mostra è realizzata con la collaborazione della
Repetto Gallery – Londra