Arte contemporanea – Fabio Adani
Il progetto vuole presentare un percorso di immagini e testi scritti, si- mile ad un diario di viaggio composto da diversi elementi con rifles- sioni ad ampio raggio che partono apparentemente da una descrizio- ne visiva dei luoghi ma che subito passano a raccontare del rapporto uomo-natura e che diventano indagini su sè stessi, in una dimensione più interiore, quasi filosofica o spirituale, non soltanto di descrizione paesaggistica ma incentrata più sul concetto di poter cogliere lo spiri- to più profondo del luogo, un “Genius Loci” con cui poter dialogare e potersi anche identificare e “trasformare”, o perlomeno saper cogliere;
essere quel luogo
più che semplicemente vedere e stare in un determinato posto;
la montagna con i suoi spazi ampi e le sue dimensioni è il luogo adat- to a questo scopo, quasi con un senso del “sublime” romantico, am- pliato dalla presenza del Bianco, dove questo termine assume molte- plici significati. Non solo il nome del Monte, ma anche una presenza costante, soprattutto nel paesaggio invernale, ma che vuole alludere anche ad una condizione interiore e non solamente fisica, cioè la pos- sibilità, data dalla Montagna, di poter percepire quell’infinito e quella profondità che vive in ogni essere umano e che la Montagna ci rende manifesta, sia attraverso la sua presenza ma anche attraverso quelle
situazioni di vastità e silenzio necessario alla riflessione sul Sè, che cro- maticamente si possono tradurre ottimamente proprio con il Bianco. Ad ogni luogo descritto corrisponde una piccola pagina di diario con spunti di riflessione ispirati ad esso che si trasformano nella relativa opera pittorica di dimensioni più grandi, il tutto completato con opere a dittico, in parte fotografico e in parte pittorico in un continuum vi- sivo e di significato che accompagna lo spettatore ad una riflessione interiore, al non fermarsi solamente all’aspetto fisico della realtà, ma a cercarne una profondità maggiore, spirituale o metafisica, evocata dal luogo stesso.
Due aspetti complementari di un’unica realtà.
La disposizione non vuole rispecchiare un ordine di spazio o di tempo di un cammino reale, ma semplicemente un insieme di memorie visive e riflessioni in modo che l’osservatore possa scegliere un proprio per- corso personale ma alla fine del quale cogliere un messaggio d’insie- me che gli dia le più ampie possibilità di riflessione sulla metafora del camminare e dell’essere umano.
Courtesy by
Galleria Antonella Giovenzana